giovedì 27 novembre 2008

Animali terapeuti: una grande scoperta

Il termine pet therapy indica una serie complessa di utilizzi del rapporto uomo-animale in campo medico e psicologico. Comunemente si distinguono 2 tipi di attività effettuate mediante l’ausilio di animali, qui riportate in ordine di “complessità” relativa al caso da prendere in carico:

a) Attività Assistite dagli Animali (AAA): sono volte al miglioramento della qualità della vita e dei rapporti umani della persona e vengono svolte mediante soprattutto animali detti “da compagnia” (quelli più comunemente intesi), cui si riferisce, più propriamente, il termine pet nella lingua inglese.

b) Terapie Assistite dagli Animali (TAA): intese come co-terapie, volte a contribuire, affiancando ed integrando le terapie mediche tradizionali, al miglioramento dello stato di salute di chi si trova in particolari condizioni di disagio. Si parla di interventi che riguardano problematiche fisiche, sociali, emotive e/o cognitive relative alla persona.

I principali campi di applicazione della pet-therapy:

1) Finalità psicologiche-educative: consistono nel trattamento di disturbi comportamentali (soprattutto nei bambini) e nella riduzione dell’aggressività in situazioni critiche (vd. prigioni, luoghi di detenzione in genere, manicomi criminali, ecc…)

2) Finalità psichiatriche: consistono nel trattamento della Sindrome di Deprivazione (o Autismo); nel trattamento/prevenzione delle Sindromi Depressive negli anziani; nella cura degli stati di ansia e tensione

3) Finalità mediche: consistono nel trattamento di casi di ipertensione, cardiopatia e malattie croniche; si applicano anche a stati di convalescenza, a seguito di malattie

4) Finalità motorie-riabilitative: finalizzate al trattamento e alla riabilitazione dei deficit motori di diverso tipo.

È stato riscontrato il potere degli animali (scelti tra quelli con requisiti adatti a sostenere un compito così importante) di riuscire ad affinare/sviluppare, nella persona che li accudisce, positivi meccanismi di empowerment. L’intervento degli animali è infatti mirato, attraverso le vie del contatto fisico, del gioco e dell’accudimento, a stimolare l’attenzione, a stabilire un contatto visivo e tattile, un’interazione sia dal punto di vista comunicativo che emozionale, a favorire il rilassamento, la mobilitazione degli arti superiori (ad esempio accarezzando l’animale) o di quelli inferiori (attraverso la deambulazione con conduzione dell’animale, la cui presenza rende gli esercizi riabilitativi meno noiosi e più stimolanti), il controllo dell’ansia e dell’eccitazione, nonché l’esercizio della manualità (anche di chi ha limitate capacità di movimento). Per quanto concerne l’autostima, essendo l’animale un essere vivente, la sua sopravvivenza e il suo benessere dipendono dalle cure che, costantemente, il padrone gli dedica, da quelle più semplici (come il contribuire alla sua pulizia) a quelle più complesse (dal fornirgli cibo e acqua, al portarlo a spasso…). La consapevolezza che la persona ha di se stessa, circa il suo essere in grado di fare questo e di farlo al meglio delle proprie possibilità, aumenta la considerazione di sé e il locus of control interno (la percezione che l’individuo ha di essere stato egli stesso il responsabile dei propri risultati). Sostanzialmente, si riscontra una acquisizione/riacquisizione di un’immagine complessivamente positiva di sé, innescando meccanismi di autorealizzazione. Che si tratti di un coniglio, di un cane, di un gatto o di altro animale scelto dai responsabili di programmi di pet therapy, la sua presenza solitamente risveglia l'interesse di chi ne viene a contatto, catalizza la sua attenzione, grazie all'instaurazione di relazioni affettive e canali di comunicazione privilegiati con il paziente, stimola energie positive distogliendolo o rendendogli più accettabile il disagio di cui è portatore.È stato, infatti, rilevato da studi condotti già negli scorsi decenni e oggi comprovati da sempre più numerose esperienze, che il contatto con un animale, oltre a garantire la sostituzione di affetti mancanti o carenti, è particolarmente adatto a favorire i contatti inter-personali, offrendo ilarità e spunti di conversazione, l'occasione, cioè, di interagire con gli altri per mezzo suo.Può svolgere la funzione di ammortizzatore in particolari condizioni di stress e di conflittualità. Le persone affette da casi di ipertensione e cardiopatia possono trarre vantaggio dalla vicinanza di un animale, in quanto è stato dimostrato che accarezzarne uno interviene anche nella riduzione della pressione arteriosa e contribuisce a regolare la frequenza cardiaca. I bambini ricoverati in ospedale soffrono spesso di depressione (con conseguenti disturbi del comportamento, del sonno, dell'appetito e dell'enuresi), dovuta ai sentimenti di ansia, paura, noia e dolore, determinati dalle loro condizioni di salute e dal fatto di essere costretti al ricovero, lontani dai loro familiari, dalla loro casa, dalle loro abitudini. Esperienze condotte in reparti pediatrici con attività assistite da animali dimostrano che l’interazione con un animale può facilitare e velocizzare la guarigione (i bambini sono spesso estremamente fiduciosi e raggiungono facilmente un livello di intimità con la bestiola): la gioia e la curiosità manifestate dai piccoli pazienti durante gli incontri con l'animale consentono di alleviare i sentimenti di disagio, tanto da rendere più sereno il loro approccio con le terapie e con il personale sanitario. Le attività ludiche e ricreative organizzate in compagnia degli animali hanno lo scopo finale di migliorare la qualità della vita dei piccoli pazienti per tutto il periodo della loro permanenza in reparto. Altre esperienze riguardano anziani, ospiti di case di riposo o di ospedali. Si è osservato che a periodi di convivenza con animali è corrisposto un generale aumento del buon umore, una maggiore reattività e socievolezza (aumento della frequenza dei sorrisi, delle risate, degli sguardi, delle carezze, laverbalizzazione tra pazienti, ecc…), contatti più facili con i terapisti. Un miglioramento nello stato generale di benessere per chi, spesso, a causa della solitudine e della mancanza di affetti, si chiude in se stesso e rifiuta rapporti interpersonali. La presenza di un pet aumenta, in sintesi, la capacità di sopravvivenza nella persona. Osservazioni sperimentali evidenziano che la presenza di animali presso pazienti psichiatrici
può aumentare l’interesse per attività gratificanti, con un miglioramento del
tempo utilizzato negli svaghi e un aumento della motivazione. Le co-terapie coadiuvate da animali possono incrementare, inoltre, la capacità di socializzazione, l’autonomia e il benessere generale, compresa una diminuzione degli stati di ansia.